Itinerari

Valtiberina e Dintorni

La Valtiberina Toscana, si trova all'estremità più orientale della Toscana e segna il confine con Umbria, Marche e Emilia Romagna. Il territorio è caratterizzato dal fiume Tevere che l'attraversa da nord a sud e da origine all'invaso artificiale che è il Lago di Montedoglio, il grande lago al centro della Valle che oggi dipinge d'azzurro il paesaggio. Un territorio con tanti piccoli borghi nei quali spesso l'uomo ha saputo vivere, mantenendosi in equilibrio con l'ambiente. Il suo insieme di arte, storia e natura offre uno scorcio di quella Toscana meno conosciuta, ma che si presenta al visitatore curioso come un grande mosaico di ambienti differenti, dove la tranquillità e il buon vivere sono i valori che la caratterizzano.



Ampia vista sulla Valtiberina Toscana


SANSEPOLCRO: è la cittadina principale della Valtiberina, un luogo ricco di arte, storia e tradizione, può essere considerato uno degli esempi più affascinanti della civiltà medievale e rinascimentale. L'aspetto attuale della cittadina è quello di un borgo medievale, costruito entro un perimetro murario di forma quadrilatera, ma molto viva e moderna.
Sansepolcro famoso per Piero della Francesca
Il borgo deve la sua più grande fama per aver dato i natali al pittore Piero della Francesca, di cui il Museo Civico conserva alcune opere fra cui "la Resurrezione, il San Giuliano e il Polittico della Misericordia". Altro museo interessante è "l'Aboca Museum ", dove poter scoprire la storia e i segreti dell'affascinante mondo dell'erboristeria. Fra gli edifici di maggior interesse la Cattedrale di S.Giovanni Evangelista e le Chiese di S.Maria delle Grazie, S.Maria dei Servi, S.Lorenzo (al cui interno si trova la "Deposizione" del Rosso Fiorentino), S.Rocco, S.Agostino e l'eremo di San Francesco a Montecasale.

Monterchi, paese di storia ed arteMONTERCHI: è un piccolo borgo posto su un altura, in posizione panoramica con vista di rilevante bellezza. Ma ciò che rende universalmente nota Monterchi è la presenza di un capolavoro assoluto: l'affresco della Madonna del Parto, dipinto da Piero Della Francesca attorno al 1459, probabilmente per onorare la madre, nativa di Monterchi.

Un altro piccolo gioiello è poi il Museo di pesi e misure, ospitato nel cinquecentesco palazzo Massi: si tratta di una straordinaria e numerosissima raccolta di strumenti di tutte le epoche per la misurazione dei più svariati pesi.

Citerna, piccolo borgo medioevale con vista mozzafiato sulla ValtiberinaCAPRESE MICHELANGELO: paese natale di Michelangelo Buonarroti da cui prende il nome. Borgo di montagna (650 metri d'altitudine) dagli scorci molto caratteristici, con un centro storico interamente in pietra. Caprese è rinomato per i suoi pregiati funghi porcini e le castagne (Marrone di Caprese Michelangelo) che hanno ottenuto il riconoscimento DOP.

CITERNA: piccolissimo borgo medioevale, una vera terrazza con vista mozzafiato sull'Alta valle del Tevere, ha ottenuto il riconoscimento di "Uno dei borghi più belli d'Italia". Conserva nella cinta muraria, nei camminamenti medievali e nell'acropoli sovrastante il borgo, la memoria della sua ricca storia.

Città di Castello in Umbria, il centro più importante e popolato della ValtiberinaCITTÀ DI CASTELLO: è il centro più importante e popolato dell'Alta Valle del Tevere.
Depositaria di un prezioso patrimonio storico, religioso ed artistico, viene a tutt'oggi considerata una cittadina notevolmente significativa per la suggestività dei monumenti più antichi, per la presenza di una fervida civiltà rinascimentale e per la qualità delle numerose manifestazioni, di portata nazionale, richiamano ogni anno migliaia di visitatori. Degni di nota sono: la Pinacoteca, la collezione Burri, il Duomo, li Museo della tessitura, il Museo della tipografia e il Museo delle tradizioni popolari.

MONTE SANTA MARIA TIBERINA: delizioso borgo medioevale arroccato su di una collina, con una magnifica vista sulla Valtiberina. Gli edifici più interessanti per i turisti alla ricerca di bellezze architettoniche sono senza dubbio il castello, nel nucleo dell' abitato, che si fa risalire al XVI secolo, e la chiesa di Santa Maria, che ha dato nome al paese, dove vengono conservati anche resti di un paliotto di epoca preromana.


Itinerari per un giorno

Di seguito vi illustriamo alcuni itinerari che sono percorribili in una giornata, all' interno dell'Agriturismo troverete una piccola guida con maggiori informazioni sui luoghi da visitare.

Itinerario Francescano

Il legame del territorio aretino con il santo di Assisi è davvero profondo: l'alta Valle del Tevere e il Casentino furono luoghi prediletti da S. Francesco che qui ebbe tanti amici e contrasse il sigillo divino delle stigmate. In queste località, ricche di una intensa spiritualità è possibile respirare ancora quell'aurea di fervida devozione, di pace interiore, di silenzio, di ricerca che sono alla base del messaggio che Francesco d'Assisi ha saputo diffondere. La sera del 30 settembre 1224 San Francesco pronunciò il commovente Addio alla Verna, Monte santo dove aveva ricevuto le ferite della passione di Gesù Cristo, prima di far rientro ad Assisi, dove morì due anni più tardi.

Santuario Francescano di Chiusi la Verna

Questo luogo è uno dei più significativi per la vita religiosa di San Francesco, poiché secondo la Legenda Maior di San Bonaventura e come raffigurato negli affreschi di Giotto presenti nella Pala del Louvre e nella Leggenda Francescana che si trova nella Basilica d'Assisi, proprio qui a San Francesco Cristo si rivelò in forma di serafino e ricevette le stimmate. La struttura del Convento è un classico dell'architettonica della zona, completamente in pietra, è immersa in una foresta di faggi ed abeti i quali rendono il tutto ancor più suggestivo e mistico. Infatti il visitatore che arriva alla Verna si sente subito avvolto, suggestionato ed impressionato da quello che questo luogo trasmette, così che diviene naturale abbassare la voce e camminare compostamente durante la visita. Il momento più inteso di riflessione si ha nel visitare il
"Sasso Spicco", uno sperone di roccia appeso alla montagna dove il Santo si recava in preghiera.

Eremo di Montecasale

L'eremo, situato su una collina che domina la valle del torrente Afra a circa 7 km da Sansepolcro, è luogo emblematico della presenza di S. Francesco in Valtiberina. Antichissime sono le origini di questo eremo, (800 ac) che all'inizio appariva come fortificazione a Montecasale . Essa serviva a controllare il passaggio tra l'alta Val Tiberina e le Marche. In seguito la fortificazione fu affidata ai Frati Camaldolesi che lo adibirono prima ad ospizio dei pellegrini , poi a centro di assistenza per malati. Nel 1212 circa il luogo fu donato a San Francesco e da allora abitato dai Francescani.
L'eremo di Montecasale è sempre stato uno dei luoghi prediletti del santo, il quale vi risedette più volte. E' ancora visibile il letto di pietra ove egli si stendeva a riposare presso l'eremo, tra gli altri, trovarono ospitalità anche S. Antonio e San Bonaventura dei quali si conservano le celle e gli abiti. Oggi, il convento serba intatta un'atmosfera di profonda spiritualità, nell'isolamento e nell'aspra bellezza della natura circostante che spinge alla meditazione.

Eremo del Cerbaiolo

L'antico eremo di Cerbaiolo oggi si presenta come molto simile al santuario francescano de La Verna , anch'esso luogo di silenzio e misticismo. Le sue origini risalgono addirittura all' VIII secolo. Nell'anno 722 infatti Tedaldo, signore di Tiferno, Suppezia e Massa Trabaria, donò ai monaci benedettini la chiesa ed il monastero fatto erigere come luogo di preghiera per la figlia. Nel 1216 il monastero fu offerto a San Francesco che vi insediò i suoi frati: tra questi si ricorda Sant'Antonio da Padova che vi soggiornò nel 1230.
Si sale al Cerbaiolo solo nel massimo rispetto del silenzio e della spiritualità che qua più che altrove si fa sentire. I pellegrini che vi si avventurano si troveranno in un luogo unico per la sua disarmante austerità.

Chiesa e Convento della Croce

La chiesa, straordinario sfondo architettonico dell'antica Ruga di S. Martino che  sembra tagliare in due Anghiari per poi proseguire nel lungo rettilineo fino a Sansepolcro, fu edificata a seguito del passaggio in questo luogo di San Francesco nel 1224, quando il Santo piantò una croce in cima alla collina alla congiunzione di tre sentieri.
I fedeli costruirono sul posto una piccola cappella, cui seguì l'edificazione di case e palazzi: fu così che il nuovo borgo prese il nome di Borgo della Croce. Frate Francesco, provato dal lungo periodo di penitenza sul Monte della Verna, tornava ad Assisi dopo aver ricevuto i segni della passione di Gesù Cristo: la croce, piantata ad Anghiari su quello splendido balcone che si apre sulla valle del Tevere, lontana dalle mura castellane, diventa quindi testimonianza della croce vivente da lui portata e quindi del passaggio di Cristo. Alla morte di S. Francesco la presenza dei suoi frati si fece sempre più assidua in zona: gli zoccolanti, così chiamati per lo zoccolo di legno dei loro sandali, venivano dalla Verna per cercare grano ed olio.

Convento di Montauto

Arrivati a Tavernelle (4 km da Anghiari) , si raggiunge il luogo di esercizi spirituali conosciuto come Cenacolo di Montauto. All'interno di esso sono state a lungo conservate alcune reliquie, tra cui un lembo del saio di S. Francesco.
Nel settembre 1224 di ritorno dalla Verna,il Santo si fermò a Montauto dove il conte Alberto Barbolani gli offrì in dono un nuovo saio in cambio di quello che indossava, sporcato dal sangue delle stimmate e ricucito negli strappi con steli di ginestra. S. Francesco assecondò la cortesia del Conte, il quale espresse inoltre la volontà di costruire un convento per i suoi seguaci: occorsero però ben tre secoli prima che tale promessa fosse mantenuta. Si narra infatti che molto tempo dopo il Santo, non essendosi dimenticato della promessa ricevuta, apparve insieme a S. Antonio ad un discendente del conte Alberto, che ricevette indicazione di dove costruire chiesa e convento. La leggenda narra inoltre che gli steli di ginestra con cui era stato rammendato il saio fiorissero ad ogni primavera. La reliquia, confiscata dai fiorentini nel 1503, fu trasportata nella chiesa di Ognissanti a Firenze, poi alcuni anni fa fu collocata all'interno della Basilica del Santuario della Verna. Risparmiato dalle distruzioni belliche, dal 1960 il Convento è abitato dalle Suore di Nostra Signora del Cenacolo ed è strutturato per l'accoglienza di ospiti in camerette site a ridosso dello splendido bosco e del leccio secolare a fianco della chiesa.


Itinerari Naturalistici

La Valtiberina offre la possibilità, agli amanti della natura, di scoprire realtà naturalistiche e paesaggistiche uniche, di incredibile bellezza e particolarità; gli itinerari che qui di seguito vi illustriamo sono molto vari e quindi adatti ad ogni esigenza ed abilità.
Nel nostro agriturismo troverete le carte dei sentieri dettagliate e un calendario con le visite di gruppo condotte da guide esperte.

Riserva naturale dei Monti Rognosi

Questi suggestivi rilievi montuoso-collinari si estendono a nord-ovest di Anghiari sul Poggio Pian della Croce e sono caratterizzati da rocce metamorfiche di colore verde scuro (ofioliti). Rappresentano meta ideale di escursioni estive e primaverili, offrendo al turista la possibilità di vivere una giornata immerso nella natura di una toscana inusuale.
Su tale tipo di suolo si è sviluppata una vegetazione molto particolare ed un caratteristico paesaggio che può apparire nudo a prima vista, ma che in realtà è ricco di specie botaniche e faunistiche, arbusti radi, aromatici, spinosi, boschi misti di cerro e carpino nero, sono presenti molte specie di uccelli come il pettirosso, il fringuello e altre specie tipiche dei boschi di conifere come la cincia mora e il fiorrancino, mentre a valle sono molto comuni rapaci notevoli come l'astore e il biancone. I Monti Rognosi rappresentano un'ottima opportunità per escursioni, adatte anche per turisti con bambini al seguito.

Riserva naturale Alpe della Luna

La riserva, compresa tra i 560 ed i 1.503 metri di quota, è per lo più coperta da estesi boschi e non è interessata né da strade né da insediamenti urbani. Il cuore dell'area protetta è rappresentato dalla formazione della Ripa della Luna, un incantevole anfiteatro montano contraddistinto da estesi affioramenti di arenarie .La diversa natura del suolo, le differenze di esposizione ed altitudine e la passata azione dell'uomo hanno determinato un'importante varietà di ambienti che assieme alla inaccessibilità di gran parte della riserva, contribuisce a rendere questa zona ideale per molti animali trai il lupo, il daino, il picchio rosso, rapaci e molti altri ancora.

Parco naturale foreste Casentinesi

Il paesaggio del Parco e' uno dei siti naturali piu' variegati e caratteristici della zona e non solo: caratterizzato dalle rocce sedimentarie da un lato,che ci mostrano paesaggi brulli e ampie pendici tondeggianti dall'altro. Il Parco dal punto di vista naturalistico, e' una delle aree forestali più pregiate d'Europa, il cui cuore è costituito dalle Foreste Demaniali Casentinesi, al cui interno si trova la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959. È anche un territorio con centri abitati ricchi di storia , arte e architettura, che si offrono al visitatore in una meravigliosa cornice naturale, ricca di flora e di fauna. Il parco si può visitare con piacevoli escursioni a piedi, in mountain bike, a cavallo o, in inverno, con gli sci da escursionismo lungo una rete di sentieri che arriva oltre i 600 km di lunghezza.

Riserva naturale Sasso di Simone

Dalle argille caotiche che costituiscono i rilievi di questo tratto appenninico emergono due vicini contrafforti calcarei, il Sasso di Simone ed il Sasso Simoncello: il primo ricade per metà in territorio toscano, mentre il secondo è compreso completamente in territorio marchigiano.
I due monti  sono caratterizzati dalla piatta sommità e da margini a strapiombo che li rendono ben riconoscibili anche da lontano; essi raggiungono i 1.200 metri di altitudine  e sono costituiti da calcari formatisi, circa dieci milioni di anni or sono, a seguito dell'enorme accumulo di scheletri calcarei di briozoi, madreporari ed altre specie marine . Numerosi fossili di molluschi ed echinodermi, tipici della formazione calcarea di provenienza, si rinvengono infatti nei detriti di sfaldamento ai piedi delle pareti. Un escursione impegnativa ma unica e indimenticabile!

Le sorgenti del Tevere

Il Tevere nasce dal Monte Fumaiolo al confine fra Toscana ed Emilia-Romagna, percorre i sui primi chilometri in questa valle, per poi entrare in Umbria e proseguire verso il Mar Tirreno. Il Tevere prende vita da due sorgenti poste a 10 metri di distanza l'una dall'altra, denominate "Le Vene". Usato dai Romani come mezzo di trasporto per il legname adoperato per la costruzione di Roma ed importante risorsa per gli Etruschi che sulle sue rive crearono villaggi oggi è il principale immissario del Lago di Montedoglio. Le sue sorgenti sono facilmente visitabili seguendo un sentiero segnato e quando si è arrivati... perché non rinfrescarsi con la sua acqua che sgorga fra le pietre! Posto ideale per pic-nic con tutta la famiglia sotto le ombrose foreste di faggio.


Itinerario Piero della Francesca

L'itinerario alla scoperta delle opere di Piero della Francesca, nella provincia di Arezzo, si snoda tra la Valtiberina, toccando le località di Sansepolcro, Monterchi e la città di Arezzo. Uno degli aspetti più interessanti delle opere del maestro rinascimentale, sia che si tratti di affreschi che di dipinti su tavola, è il paesaggio al quale egli ha dedicato ampio spazio.

I fondali naturalistici delle opere di Piero, le belle vedute, le montagne brulle e sassose della sua terra natale sono quelle descritte in un viaggio da Sansepolcro ad Arezzo, passando per il valico de La Scheggia da Michel de Montaigne nel 1581, paesaggi mirabilmente immortalati nella parete di fondo della Resurrezione.
Sansepolcro: città natale dell'artista ospita le opere: il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Giuliano e il San Ludovico.
Monterchi: lasciata Sansepolcro l'itinerario continua a Monterchi. Per questo borgo Piero della Francesca realizzò lo straordinario affresco della Madonna del Parto, l'immagine dipinta è l'immagine della vergine nell' esaltazione della maternità e come tale venerata, ma è al tempo stesso la madre contadina nella quale migliaia di gestanti nel corso dei secoli si sono riconosciute.
Arezzo: la Basilica di San Francesco conserva la "Leggenda della Vera Croce", all'unanimità è considerato il suo capolavoro, il ciclo di affreschi nel coro della Basilica di San Francesco – restaurato nella prima metà degli anni '90 e visibile nelle 12 scene create da Piero in tutta la loro coinvolgente teatralità – rappresenta un'umanità che tende all'icona nella sua perfezione umana, dove la leggenda, ridotta all'essenziale, assume una risonanza epica. Il Duomo custodisce "Santa Maria Maddalena" solidamente dipinta attraverso una geometria del colore levigata e pura, la figura, caratterizzata dagli elementi tipici dell'iconografia della Maddalena, ispira un senso grave e solenne di sacralità.